Il narcisismo aziendale e personale
In un recente libro sul rapporto fra fede e lavoro, “100 volte tanto: diventa manager della tua vita con il Vangelo”, don Mauro Leonardi, l’autore, affronta tra i temi il narcisismo aziendale che in termini ortodossi da business school viene indicato come complacency, autocompiacimento. E’ evidente che il fermarsi ai risultati raggiunti è un rischio per le aziende come per le persone. Il non volersi mettere in discussione aiuta il venir meno della originalità e della competenza che, specialmente nella attuale situazione, va continuamente aggiornata. Bisogna però dire che una continua ricerca del nuovo sia nella tecnologia che nei modelli di mercato, non è detto che sia sempre saggia. Tutti hanno bisogno di fermarsi, di ancorarsi a delle sicurezze e di definire modelli e stili che , nel tempo possono essere migliorati mentre, nella fretta della ricerca di novità, possono essere distrutti senza motivo.
L’autore del libro propone due riflessioni. La prima riguarda il narcisismo come “il sentirsi arrivati” e quindi non più propensi al nuovo e chiusi alle relazioni con gli altri . E’ un rischio sia per la persona, manager o no, sia per le aziende. Fra gli esempio di possono fare in ambito tecnologico quello del BlackBerry rispetto all’Iphone.
Le aziende corrono il rischio di rimanere tagliate fuori dalla tecnologia e la società corre il rischio di perdere strade come quella suggerita dal BlackBerry che sono superate ma che forse avrebbero avuto delle potenzialità diverse se adeguatamente sviluppate.
Sul piano personale invece l’autocompiacimento spesso va in contrasto con la propria “vocazione” o missione. E’ un processo inavvertito. Se si raggiunge un successo, esso rischia di diventare assorbente. Il successo nel lavoro che totalizza troppe energie e tempo e porta all’allontanamento dalla famiglia, non è per esempio un vero successo perché fa rischiare il fallimento nella cosa più importante della propria esistenza. Non si realizza “una vocazione” esistenziale importante subordinandola ad una meno duratura e talvolta effimera carriera professionale. La riflessione sulla propria “missione/vocazione” complessiva è dunque importante per raggiungere la stabilità personale e per non essere vittime del narcisismo. Le aziende dovrebbero aiutare queste situazioni, evitando di creare ambienti di lavoro dove questo risultato sia reso più difficile.
In definitiva la ricerca della verità su se stessi in relazione alla società che ci circonda è un modo per contrastare il narcisismo e fuggirlo.