La carta di Fonte Avellana: sostenibilità e tradizione
Nel 1996 i rappresentanti della Regione Marche dell’Uncem Marche, dell’Urpm, della Finanziaria regionale Marche, delle Centrali cooperative Agci, Cci, Lega, Unci e della Comunità monastica di Fonte Avellana hanno promosso il Forum, svoltosi presso il Monastero di Fonte Avellana, per affrontare il tema “La montagna: da risorsa a opportunità” e stilarono un documento, la Carta di Fonte Avellana, che aveva come obiettivo lo sviluppo sostenibile dei territori montani. A dicembre di quest’anno la ricorrenza della carta è stato celebrata in un convegno nella abbazia marchigiana. Perché questa località è stata scelta per adottare un atto così significativo? La economia delle abbazie benedettine rappresenta un esempio, che va ripreso, di sviluppo sostenibile dei territori e fu caratterizzata da grande capacità di innovazione. Prodotti come il parmigiano, ad esempio, nascono dalla tradizione benedettina. Essa ha lasciato quindi un segno profondo in Italia ed in Europa per la presenza di migliaia di insediamenti monastici che, adottando i principi della regola, furono motore di sviluppo e di trasformazione dei paesaggi. Le abbazie con i surplus che creavano furono anche propulsive per la creazione del mercato nelle comunità ad esse limitrofe. L’attualità di questa ispirazione in un momento in cui l’economia è caratterizzata da una finanziarizzazione che spesso porta a trasformarla ina scienza sociale contraria all’uomo è evidente. I benedettini avevano un senso concreto del lavoro e dei suoi risultati che dovevano essere positivi ma, nello stesso tempo, non dimenticavano l’ispirazione cristiana che doveva anche influenzare la condotta concreta nella gestione dei patrimoni. San Benedetto ad esempio affermava che i prodotti dovevano essere venduti ad un prezzo sempre un pò inferiore a quello di mercato perché il punto non era il guadagno ma il servizio alla comunità attraverso il lavoro dei monaci.
Il Cammino Camaldolese di San Benedetto
Il 4 febbraio in prossimità con la commemorazione annuale della “Traslazione delle reliquie di San Romualdo” grande riformatore e fondatore dei camaldolesi, sepolto a Fabriano: il 7 febbraio del 1481 si è organizzato un convegno per riprendere i temi della Carta di Fonte Avellana e valorizzarla anche attraverso la promozione del Cammino Camaldolese di San Benedetto. Il Cammino è un itinerario che va da Camaldoli a Norcia per unire territori, istituzioni e imprese, per rilanciare il turismo naturalistico nelle zone appenniniche fra Toscana, Umbria e Marche. Da notare che ancora in Italia, non esiste un cammino benedettino riconosciuto nonostante l’enorme presenza di abbazie nei nostri territori. Il convegno è sostenuto dalla Fondazione Perugia. L’evento sarà proceduto alle ore 8,30 dalla Santa Messa celebrata da don Emilio Gadda nella Cripta di San Romualdo presso la Chiesa dei Santi Biagio e Romualdo a Fabriano. La cripta fu realizzata dal Papa camaldolese Gregorio XVI, grande promotore della evangelizzazione dell’Africa. Il convegno che vedrà la partecipazione degli assessori Andrea Maria Antonini e Chiara Biondi, rispettivamente responsabili della economia e del turismo. Fra i relatori la docente Marisa Paradisi che tratterà il tema «Il contributo del pensiero benedettino allo sviluppo della agricoltura e dei paesaggi».
Il convegno che vedrà la partecipazione degli assessori Andrea Maria Antonini e Chiara Biondi, rispettivamente responsabili della economia e del turismo. Fra i relatori la docente Marisa Paradisi che tratterà il tema «Il contributo del pensiero benedettino allo sviluppo della agricoltura e dei paesaggi». Trovare nella storia l’ispirazione del futuro rende più sicuro il superamento delle crisi che stiamo vivendo.