Le Biblioteche un polo importante per il welfare culturale, territoriale e aziendale
Nuove esperienze
Si parla spesso di welfare culturale e come la cultura e la formazione fanno parte imprescindibili dei pacchetti di welfare che le aziende possono offrire e che devono trovare riscontro anche in piattaforme come quella di Jointly attraverso partner qualificati . Oggi si aggiungono sempre più a questi attori la miriade di biblioteche con una presenza capillare nei territori, biblioteche che contribuiscono allo sviluppo del benessere sociale e della qualità della vita. Le biblioteche hanno piattaforme di informazione e conoscenza, promuovendo libri e facilitando l’accesso alle conoscenze, come ci spiegano in Percorsi di Secondo Welfare, Alessandro Augustoni, Marco Cau e Graziano Maino, ma sono anche luoghi di welfare comunitario, offrendo spazi di autoformazione e di socializzazione.
Diventano laboratori di welfare complementare attivando opportunità di welfare interno e diventando partner di aziende offrendo occasioni di welfare aziendale. Attivano politiche di inclusione e di coesione del territorio.
Si intrecciano così politiche culturali e politiche di sviluppo e promozione di welfare comunitario e welfare aziendale affrontando la sfida del rinnovamento individuando nuove creatività. Molte biblioteche stanno offrendo i propri spazi per lo smart working per esempio o dando la possibilità a giovani ed anziani di leggere o vedere un film o intraprendere iniziative di volontariato o culturali, favorendo un mix intergenerazionale.
Le biblioteche, come accennato, sono spazi in trasformazione anche sul versante del lavoro. Da un lato le biblioteche sono luoghi capaci di accogliere smart worker, di facilitare le forme di lavoro agile, di contribuire ad affrontare i bisogni di conciliazione vita-lavoro, sul versante degli spazi accessibili e dotati di strumentazioni adeguate al lavoro agile. L’esperienza della Val Seriana e l’esperienza della città di Bologna indicano la possibilità di attivare opportunità di welfare per i dipendenti pubblici. Reti di biblioteche sufficientemente ampie, organizzate in forme giuridiche autonome e quindi dotate di una dimensione aziendale che rende sostenibili interventi innovativi, possono offrire ai propri dipendenti servizi di welfare aziendale. Inoltre i sistemi bibliotecari, nella loro funzione di raccordo, possono – in partnership con aziende interessate – diventare a loro volta costruttori e fornitori di servizi di welfare complementare . Per esempio allestendo biblioteche aziendali da integrare nei sistemi bibliotecari e incoraggiando reciprocità virtuose: le sedi di lavoro diventano punto di accesso privilegiato a milioni di titoli cartacei e digitali e a loro volta le biblioteche aziendali condividono con l’esterno il loro catalogo arricchendo il sistema nel suo complesso.
Fabio Galluccio